C'era una volta un cammello
che, ostinato, apriva l'ombrello,
anche se il cielo splendeva raggiante,
lui si aspettava una pioggia pesante.
Restò immobile per mesi e mesi
su quelle dune poco cortesi.
Quando sentì il bisogno di bere,
pensò: son proprio cotto a dovere.
Ma, imperterrito, non si mosse,
quasi neppure, deciso, si scosse.
Un serpente attraversava il deserto,
cercando un riparo che fosse all'aperto,
perché il caldo era una tortura
e lui voleva un po' di frescura.
Come vide il cammello e l'ombrello,
disse; " Ma questo è davvero bello!
Tu mi sembri assai esaurito,
cosa fai lì fermo e contrito?"
"Se resto immobile e silenzioso,
tra un po' si scatena anche un maroso.
Verrà giù una pioggia battente
e tu, sbruffone, annegherai con niente!"
Sghignazzò il serpente
sulla faccia del saccente,
ma poi, mosso a compassione,
pensò di aggiustare la questione.
Corse all'oasi vicino, prese acqua in abbondanza,
fatta una strana danza lo innaffiò con noncuranza.
Disse il cammello: "Sembra quasi che sia piovuto,
un amico è un dono avuto.
Io lo so che non viene dal cielo,
non c'è lì neanche un velo.
Ora posso buttare l'ombrello,
avere te accanto è avere un gioiello.
Aspettavo un evento speciale,
beh, come questo non ce n'è uguale!"
Strani incontri che si possono fare percorrendo un'autostrada russa...